Nel 1928 il regime fascista scioglie le associazioni scout. Esige il controllo sulla formazione dei giovani: tutti devono diventare balilla. E poi gli scout insegnano la libertà individuale e il libero pensiero: vanno estirpati a ogni costo. Ma le cose cambiano anche dove nessuno le vede e, proprio a Pruneto, un piccolo nucleo di scout rifiuta le imposizioni del regime. Non accetta, non ci sta. E si ribella, dandosi alla macchia. Sono solo ragazzini, ma è proprio di ragazzini che il regime ha bisogno: soldati in miniatura pronti a combattere a comando, devoti al potere piú che alla loro stessa vita. Caparbi e decisi a seguire la loro strada fino in fondo, i cinque giovani ribelli partono alla ricerca di un covo segreto, lassú tra le montagne. Conoscono la natura e la natura conosce loro: sarà dura, ma troveranno il modo di sopravvivere. Quando sembra che tutto vada per il meglio, ecco che una cricca di nuovi balilla scopre il loro segreto e si getta all’inseguimento, setacciando monti e valli. Sono i loro vecchi compagni, che hanno gettato via cappello e fazzolettone e hanno indossato la camicia nera perché cosí è stato detto loro di fare. La squadra li insegue e li bracca come un cacciatore cerca il cinghiale. Aiutati di nascosto da alcune figure del paese, i cinque giovani vivono un’avventura eccezionale di ribellione e sopravvivenza, per riuscire a mantenere in vita i loro ideali di libertà e lealtà. Perché un ragazzo che rinuncia alle cose in cui crede è un arbusto senza radici. Che non può scegliere dove crescere, né cosa diventare.
Ago
26