“Eppure non sono ancora una vera italiana. Quando vado in giro, la gente non vede me, vede solo la Cina e gli stereotipi su quel paese: il design copiato, la mafia, i laboratori nascosti dove imitano le borse griffate, l’invasione del mercato, la merce a basso prezzo, i giocattoli tossici, i cinesi che a Milano non muoiono mai, i morti che diventano saponette, il cibo avariato nei frigoriferi dei nostri ristoranti… E allora io mi sento attaccata, mi sento colpita in ciò che ho di più personale e non riesco a dire io non c’entro. Proprio ciò da cui ogni giorno cerco di prendere le distanze ritorna prepotente e mi costringe a prenderne le difese, a riaffermare ogni volta che io sono cinese e non voglio vergognarmene. Allora mi trovo a ricordare che essere cinese non significa per forza essere ambiguo, infido, pericoloso, disonesto.“
Antonio, detto Toto, frequenta il quarto anno del liceo scientifico e ha un sogno segreto che affida solo al quaderno che ha cominciato a scrivere da poco: diventare calciatore professionista. E’ un ragazzo come tanti: alcuni amici affezionati, una famiglia attenta, un Mister severo al punto giusto. Qualcosa, o meglio qualcuno, però, sta per fargli scoprire cose nuove su se stesso e sul mondo. E’ Rossana, milanese di etnia cinese. Una ragazza forte, in grado di sostenere responsabilità di cui molte compagne di Toto non hanno la minima idea. Da sempre alle prese con le difficoltà di chi cammina in equilibrio sul confine tra due culture, senza sentirsi bene né solo nell’una, né solo nell’altra, Rossana tira dritto, alla ricerca di una composizione nuova che appartenga solo a lei. L’amore che nasce tra i due adolescenti, raccontato in prima persona da Toto, diventa così un’avventura in cui le loro giovani vite, piene di sogni, contrasti e difficoltà, si incrociano con il cammino faticoso e ben più grande di loro a cui la nostra società è chiamata, per diventare un luogo accogliente per tutti.